Riguardo all'attuazione del nuovo Dpcm, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Maria Maione, esponente ligure quota Lega.

Come commenta l'attuazione del nuovo Dpcm?

"Il susseguirsi a distanza di uno o due giorni di nuovi DPCM che si rincorrono di giorno in giorno, nell’aggiunta di nuovi divieti o “raccomandazioni”, senza dimenticare la mano libera lasciata alle regioni, solamente per inasprire alcune misure (forse memori degli errori fatti durante il primo periodo, a febbraio-marzo, quando sindaci e governatori chiedevano l’istituzione immediata delle zone rosse che non avrebbero portato alla diffusione del virus ed al primo lockdown, rimanendo invece inascoltati o forse perché non s’intende essere chiamati responsabili di un nuovo lockdown, visto il posizionamento politico del Governo e la maggioranza delle Regioni – 15 su 20 – guidate da Governatori dell’attuale opposizione….), crea molta confusione nei concittadini i quali non riescono più a capire se e dove vi siano divieti, quali esercizi commerciali possono rimanere aperti fino alle 18 od oltre. Quali devono rimanere chiusi… Vede, prima di entrare nel merito delle singole disposizioni, vorrei ponesse con me la sua attenzione al binomio DPCM da una parte ed economia e finanza dall’altra. E’ indubbio che queste accoppiate siano “legate a doppio filo”. Se ne tira uno, si accorcia l’altro e viceversa. La “coperta” a disposizione è diventata corta ormai. Quella che chiamiamo finanza, espressione dei mercati e della fiducia di chi investe nel nostro paese e nella nostra capacità di riuscire ad uscire da questo inferno, comincia a scemare in modo considerevole. Prenda ad esempio la negazione a rendere pubblici o se non pubblici, al Parlamento, il risultato delle riunioni dei Comitati tecnici, le “task force” del Governo".

Ciò cosa comporta?

"Questo genera paura. La borsa di Milano ieri ha chiuso con un segno meno al 4,1% che significa aver “bruciato”, diminuito il valore delle aziende italiane di miliardi di euro, e solo per l’ipotesi di nuove misure straordinarie di chiusura. Stamattina erano ben distanti dal recupero delle perdite con iniezioni di denaro fresco. Ecco parliamo di iniezioni di denaro. Constato la mancanza dei miliardi promessi a sostegno e ristoro dei lavoratori autonomi, stagionali, delle imprese, dei lavoratori in cassa integrazione. Ancora oggi ci sono migliaia di persone che o non hanno visto la cassa integrazione o l’hanno percepita solo per 1 mese. Lo sa quanto hanno dato ai tassisti come “ristoro” durante i mesi del lockdown? 128 euro solo per 2 mesi. E niente più. Lo vada a chiedere chi c’era l’altro ieri in piazza a dimostrare la propria paura e rabbia per una nuova chiusura totale. Ecco cosa mi preoccupa. Abbiamo fatto adeguare alle norme “anti contagio”, sostenendo nuove spese, i nostri esercenti. Adesso che si sono adeguati li chiudiamo? Come si può fare impresa a queste condizioni? Oggi il segretario generale della CGIL, intervistato dichiarava che la cassa integrazione deve durare almeno altre 18 settimane perché si deve difendere il posto di lavoro altrimenti verrà dichiarato lo sciopero. Come non si fa ad essere d’accordo con la difesa del posto di lavoro? Certo che si deve fare di tutto per conservarlo, ma manca la parte propositiva in queste dichiarazioni. E glielo dico anche come lavoratrice dipendente in una piccola impresa a carattere familiare : se non sono state messe in campo non da oggi, ma da ieri e per ieri intendo mesi fa, visto che un minimo di ripresa si vedeva e contemporaneamente si diceva che sarebbe arrivata una “seconda ondata”, quindi dovevano essere preparati, validi strumenti di supporto alle imprese, come si può pretendere che un’azienda rimanga in vita? Si deve indebitare fino a fallire? Ci rendiamo conto che alle prossime scadenze, quando non saranno pagate tasse ed anticipi, non ci saranno fondi per mantenere la stessa macchina dello Stato? Dobbiamo arrivare al default? O come è successo ancora una settimana fa il ristoratore deve rinunciare alla propria vita per paura di una nuova chiusura? No, in realtà penso che ci vogliano portare forzatamente ad accettare l’indebitamento nazionale con l’accesso a tutti quei strumenti che in Europa altri Stati non hanno nemmeno considerato, come il Mes, la Sure, la Bei, il Recovery Fund etc. etc. sebbene molti non abbiano ancora compreso che sono strumenti che prima dobbiamo largamente finanziare con le nostre risorse e visto l’andamento economico del sistema Italia, saranno mese nuove tasse, altrimenti come troveranno i soldi, faranno un nuovo accesso ai nostri risparmi privati sui c/c, di notte come anni fa? Poi, dopo che avremo dato la nostra quota, ce ne verrà restituita una parte con l’obbligo di spenderla per certe cose ed in un certo tempo. Basta leggere le carte per rendersene conto. Ecco vede, questo è parte di tutto ciò che mi preoccupa, quindi la singola misura espressa nei DPCM come è relativa. Ha senso secondo lei chiudere gli esercizi di ristorazione alle 18 se non ti puoi sedere al tavolo? Sono garantiti gli sport professionisti, mentre gli amatoriali no. Perché ci si contagia se si va in piscina che è satura di cloro, mentre in una partita di calcio di Serie A no? Le sale scommesse rimangono aperte sino alle 21 ma cinema teatri e sale concerto, che negli ultimi mesi hanno fatti più di 300.000 spettatori con 1 solo malato accertato, devono chiudere? Le sagre e le fiere che muovono un indotto fortissimo e capillare anche per la nostra agricoltura, non si possono fare, neanche con la mascherina. Ma allora a cosa serve la mascherina?".

Come commenta didattica a distanza e smart working?

"L’attività didattica va verso la lezione a distanza per il 75% degli studenti, con grave danno sull’apprendimento, è facilmente comprensibile, mentre non siamo riusciti a studiare nei mesi estivi un piano efficace per i nostri figli prima e studenti poi, ma abbiamo acquistato banchi con le rotelle? Perché non sono stati elargiti buoni per l’acquisto dei libri per tutte le famiglie? Non erano più utili dei monopattini? Infine lo smart working, o meglio dovremmo dire l’home working, “lavoro da casa” per la pubblica amministrazione. Ma lei ha provato ad andare ad uno sportello e rendersi conto quanto sia più difficile oggi il rapporto con la P.A? La lascio con questa considerazione : se questi DPCM sono il miglior risultato espresso da questo esecutivo, viste le osservazioni che le ho posto, siamo sicuri che siano la strada giusta per contrastare gli effetti economici e sociale di questa pandemia?".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 30 ottobre 2020 alle 19:30
Autore: Luca Cavallero
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