Partecipa quotidianamente ad incontri mondiali sulla geopolitica. È stata fino al 2021 la portavoce del presidente ucraino Volodymir Zelensky. La redazione di PoliticaNews.it ha avuto la possibilità d'intervistare in esclusiva Iuliia Mendel, giornalista, autrice di 'The Fight of Our Lives'.

Sussistono delle analogie tra gli efferati crimini dell’esercito russo e l’Holodomor (la carestia provocata agli ucraini) commesso da Stalin tra il 1932 e il 1933?

“Credo che tutte le azioni che l’esercito russo stia compiendo sul territorio ucraino possano assolutamente essere considerate un genocidio. È stato confermato dai report di analisti politici occidentali e la ragione principale risiede nei crimini di guerra per contrastare l’immagine identitaria ucraina. È davvero terrificante nel mezzo dell’Europa del XXI secolo parlare di questi argomenti. L’Holodomor commesso da Stalin negli anni ’30 ha delle similitudini con quanto stiamo vivendo ora, ma i russi, oggi, stanno estendendo il raggio della criminalità. All’epoca almeno 4 milioni di ucraini morirono di fame. Oggi la Russia ostacola, con un’azione artificiale, l’esportazione di grano dall’Ucraina, scatenando una crisi alimentare potenzialmente di milioni e milioni di persone. È un disastro se permettiamo questo tipo di trattamento. Mi auguro che i tentativi di negoziato sul corridoio del grano condotti dall’Unione Europea e dalla Turchia possano portare dei risultati positivi. Tutto il mondo si sta ben comportando per contrastare un’immensa crisi alimentare su scala mondiale, tranne un Paese: la Russia. Fatemi ricordare che nella maggior parte dei territori occupati l’esercito russo sta anche rubando il grano dei cittadini ucraini con il solo scopo di terrorizzarli. Una catena di azioni terribili che sta caratterizzando il 2022”.

Il popolo ucraino ha reagito con uno spirito ferreo e un'incontrastabile forza d'animo. L'Occidente lo supporta strenuamente.

“La maggior parte della popolazione ucraina è consapevole del fatto che senza il supporto occidentale l’Ucraina non sarebbe in grado di potersi difendere dall’aggressione russa. Sì, i nostri soldati sacrificano le loro vite anche grazie al supporto militare, finanziario, energetico, morale e infrastrutturale. È molto doloroso provare queste sofferenze. Mancano acqua, luce e riscaldamento. Moltissime vite perse, la distruzione di migliaia di costruzioni, tra cui ospedali e scuole. La rovina delle istituzioni della nostra economia e del sistema di un mondo civilizzato. Stanno provando ad uccidere i nostri sogni e le nostre ambizioni. Non c’è alcun modo per fermare l’aggressione russa. Siamo grati alla popolazione mondiale, per la vicinanza umanitaria e valoriale che sta dimostrando al nostro Paese, alle nostre famiglie in difficoltà. La Russia aggredisce: se vince in Ucraina manda un messaggio al mondo. Se il mondo libero ci voltasse le spalle, la Russia rafforzerebbe le sue convinzioni. Chiediamo al mondo pacifico di restare unito più che mai fino a quando non avremo cacciato gli occupanti. Perché questa è una guerra tra ‘autocrazia’ e ‘democrazia'. E la democrazia deve vincere: apparteniamo al mondo libero e crediamo nei suoi valori”.

Lei è stata la portavoce di Zelensky fino al 2021. Com’è cambiato dall’inizio dell’invasione?

“Zelensky è stato molto sottavalutato, anche dalla popolazione ucraina, per il suo passato da comico. Ho lavorato con lui, è un ragazzo molto serio che porta avanti le condotte governative in modo zelante e preciso. Si è laureato nel 2000 in giurisprudenza e la componente legislativa è il focus della legge costituzionale ucraina. È un politico estremamente responsabile, non l’ho trovato spaventato dal rischio della guerra. Ha visitato i nostri soldati al fronte in molteplici occasioni, mostrando vicinanza all’esercito anche contro i consigli del suo personale di sicurezza, considerando la recente visita nel Donbass, zona calda dei bombardamenti”.

Da un punto di vista pratico, intravede una fine del conflitto?

“Sono molto sicura che questa guerra avrà una fine. Credo che l’anno prossimo cesserà. È una previsione molto coraggiosa: non ho idea quando, tra primavera, estate o autunno. Ma ho la sensazione che tutte le pressioni del mondo civilizzato nei confronti del Cremlino alla fine faranno la differenza. Il supporto all’aggressione russa sta diminuendo a livello locale. Spero che ci saranno meno possibilità, dal lato degli oligarchi, di evitare le sanzioni. La corruzione è diventata una componente ontologica dell’identità russa e il loro esercito non è così forte come gli slogan della propaganda hanno proposto nel corso degli ultimi anni. Con la determinazione della popolazione ucraina, gli aiuti di tipo economico, militare ed energetico, riusciremo a liberare l’Ucraina dagli invasori. Ad un certo punto Putin sarà pressato e costretto seriamente a sedersi al tavolo dei negoziati. I generali Nato credono che sul lato russo ci sia la volontà di congelare le operazioni per attaccare nuovamente. La Russia non ha intenzioni di fermarsi, lo dimostra continuando a bombardare infrastrutture energetiche e civili. Al Cremlino capiscono solo la forza: questo è il punto. L’esercito ucraino sta compiendo enormi sforzi per ripristinare la situazione territoriale originaria e sono sicura che ci riuscirà. Faremo grandi progressi. Mi preme ricordare che nel 2024 ci saranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, in Ucraina e in Russia. Putin deve risollevare l’economia nazionale e non ha bisogno di questa guerra per essere rieletto presidente. Voglio essere ottimista, ma non troppo: la guerra finirà. Non credo che riusciremo a riconquistare tutti i territori, ma ci può sempre essere un compromesso che ponga a metà entrambe le parti”.

All'inizio della Prima guerra mondiale, diversi analisti affermarono che i leader politici si stavano avvicinando al conflitto globale inconsapevolmente, come ‘sonnambuli’. Cosa ha spinto Putin all’invasione?

“Nel corso di questi mesi ho incontrato diverse personalità dei campi più disparati, dal business a storici, passando per politici e giornalisti. Tutti erano convinti che ci fossero motivi pratici che hanno realmente spinto Putin all’aggressione. È sbagliato. Molti leader hanno provato a parlare con Putin nei palazzi del Cremlino. Ma lui e il suo cerchio magico non hanno ascoltato nessuno. Non c’è alcuna azione logica nell’invasione, eccezion fatta per le ambizioni imperialistiche russe. Putin ha sottolineato in diversi discorsi l’importanza storica dell’Impero russo di Pietro ‘Il Grande’. Sa benissimo che non può esistere un Impero russo senza l’Ucraina, che ha sempre avuto un ruolo chiave dal punto di vista dei collegamenti con l’Europa sul piano commerciale, infrastrutturale e delle materie prime. Non riconosce la sovranità e l’indipendenza del nostro Paese, ci vuole sottomessi alla sua dittatura. Ha capito che la direzione intrapresa è verso gli ideali europei e teme il nostro ingresso nella Nato. In poche parole: Putin ha paura di perdere l’Ucraina dalla sua sfera d’influenza. Sta usando quest’aggressione con la prospettiva delle elezioni, con la conquista di nuovi territori da esibire, come faceva Pietro ‘Il Grande’. Continuiamo tutti a chiederci il motivo per cui sia iniziata quest’ingiustificata aggressione. Voglio aggiungere che nel 2019 il New York Times scrisse che Zelensky era un avversario di Putin, una nuova figura politica giovane e molto attraente. Quando incontrammo Putin, il presidente russo era molto irritato dall’atteggiamento di Zelensky. Forse l’ha considerato un avversario politico nell’ambito dell’ideologia post-sovietica. Non c’è mai stato alcun legame loro”.


I recenti sviluppi militari hanno visto l’Ucraina colpire due basi militari sul territorio russo. Ci riferiamo a Briansk e Kursk. Un punto di svolta del conflitto?

“L’Ucraina non ha mai considerato l’opzione di attaccare la Russia. Semplicemente siamo di fronte al diritto della difesa del territorio. E se l’esercito ucraino ha deciso di colpire obiettivi militari (non civili) in Russia, è perché le basi in questione sarebbero state utilizzate per bombardare il nostro territorio. In Ucraina il modo di vivere non ha piani futuri. Perché non sappiamo se effettivamente avremo un futuro. Abbiamo il dovere di difendere fino all’ultimo centimetro la nostra esistenza. Stiamo cercando di sviluppare capacità avanzate per porre il più velocemente possibile fine a questa guerra. L’Ucraina non ha mai attaccato nessuno per prima: non vi è un solo componente del nostro esercito sul territorio russo”.

L’Ucraina nell’Unione Europea: utopia o possibilità futura?

“Ho parlato con diversi esponenti politici e diplomatici. Dipende da due aspetti: molti credono che nel 2029, massimo 2030, l’Ucraina sarà in grado di entrare nell’Unione Europea. Molto lavoro è stato già portato avanti. Non sto dicendo che siamo perfetti: non abbiamo un governo impeccabile e le nostre istituzioni non sono così forti, ma le riforme attuate nel Paese hanno certificato una forte determinazione all’approdo nell’UE. Se i procedimenti burocratici dovessero essere accelerati, credo che ci possa essere il passo concreto abbastanza presto, in sette o otto anni. Queste sono le stime di molti politici. L'eventuale ingresso nella Nato, invece, dipende da percorsi ben più tortuosi. Sono franca: l’Ucraina necessita di un sistema più pulito che riesca a ridurre al minimo la corruzione, che è più consistente rispetto ad altri paesi. La popolazione è molto determinata sotto questo punto di vista. E il nostro status politico dipende anche dalla volontà di raggiungere l’Unione Europea. Questo è il nostro obiettivo, il nostro target, per affrontare il nostro futuro libero”.

Sezione: Esclusive / Data: Dom 11 dicembre 2022 alle 14:00
Autore: Niccolò Anfosso
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