Dal caso Qatargate che ha scosso la credibilità delle istituzioni, passando per la permanente crisi geopolitica che sta scandendo l'agenda politica da un bel po' di tempo. La redazione di PoliticaNews.it ha approfondito le tematiche più rilevanti con Giuseppe L'Abbate, ex parlamentare di Insieme per il Futuro.

Il caso Qatargate sta scuotendo la credibilità delle istituzioni. Considerando che già i cittadini italiani appaiono tendenzialmente apolitici, mostrando distaccamento dalle vicende politiche, non crede che il futuro elettorale italiano sarà sempre più caratterizzato dall'astensionismo?

"Le istituzioni sono fatte da persone. Per fortuna le persone cambiano e le istituzioni rimangono. Dovrebbe essere uno dei compiti dei partiti politici quello di selezionare la classe dirigente da sottoporre successivamente al processo democratico del voto. Purtroppo in Italia è dal 1993/94, dopo lo scandalo Tangentopoli, che manca una legge sui partiti. Non credo sarà questo scandalo ad incidere sull’astensionismo dell’elettorato italiano quanto piuttosto la “differenza tra idea e azione” che hanno in mente gli italiani rispetto all’attività politica. D’altronde, se per anni i partiti hanno fatto credere agli italiani che è possibile fare qualsiasi cosa e che “esistono pasti gratis” allora poi il vincolo di realtà, che inesorabilmente arriva, porta a due distorsioni: aumento della disaffezione politica da parte dei cittadini e ricerca di un nemico che impedisce la realizzazione dei piani ai partiti (la UE brutta e cattiva)".

L'instabilità geopolitica permanente pone le attenzioni dell'Ue ai massimi livelli. Le brutali repressioni del regime iraniano, l'invasione russa in Ucraina, il colpo di stato tentato in Perù. Senza dimenticarci delle tensioni nei Balcani tra Serbia e Kosovo, in cui è coinvolto anche un contingente italiano Nato in veste di pacekeeping. Questi squilibri rischiano di mettere seriamente in crisi il significato ontologico di democrazia?

"Questi squilibri devono invece far capire che l’unica salvezza è proprio nella democrazia e che dove non ci sono democrazia e libertà accadono le peggiori barbarie. Per cui, compito delle istituzioni democratiche e di chi le rappresenta è far capire sempre di più la loro importanza, pur riconoscendone i limiti. Vivere in un Paese libero e democratico è sempre meglio che in una qualsiasi dittatura. Purtroppo, in Italia c’è chi ancora strizza l’occhio a Putin e non si sa se lo faccia per reale apprezzamento o per opportunità politica".

Capitolo giovani. In questi giorni si è discusso molto del bonus 18App (si è parlato di una possibile revisione della misura). La cultura è l'elemento sociologico fondamentale nello sviluppo dei ragazzi. Che, una volta scavalcate le difficoltà universitarie, fanno davvero moltissima fatica ad inserirsi nel mercato del lavoro. I salari sono miseri per molti di loro. Quali sono i pilastri strutturali per evitare la fuga dei neolaureati?

"Un Paese che vive di bonus è un Paese malato. I bonus andrebbero tutti aboliti in favore di riforme strutturali su fisco, lavoro, welfare, scuola, ecc. I bonus sono l’ultimo gancio nel cielo per partiti politici incapaci di fare riforme strutturali, per cercare di accaparrarsi fette di elettorato. In merito allo specifico bonus 18App purtroppo, come quasi tutti i bonus, questo era regressivo per cui è giusto riformarlo. Se si vuole realmente aiutare i giovani allora bisogna riformare la scuola che in Italia è tutta da rifare, dalla prima media in avanti. Un sistema di istruzione superiore che, fatte salve rare eccezioni, non insegna quello che il sistema economico necessiterebbe. Ecco, quindi, le decine di migliaia di laureati sottoccupati e insoddisfatti. Dall’altra parte c’è una arretratezza dell’impresa italiana (anche qui fatte salve le dovute eccezioni) la quale continua a sopravvivere con prodotti a basso contenuto tecnologico, basso valore aggiunto e dimensioni sub-ottimali. Da un tessuto imprenditoriale del genere può venire solo una domanda di lavoro che si concentra sulla manualità, la flessibilità, il basso costo. Ovviamente questo non vale per l’intero mercato del lavoro italiano, ci sono molte eccezioni e, in poche righe, è impossibile fare una analisi più approfondita ma questa è la realtà dei fatti. Brutale ma reale. Per cui: o si fanno riforme strutturali su scuola, lavoro e welfare oppure i nostri giovani saranno sempre più sottopagati e costretti a fuggire all’estero".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 09 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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