Si sentono pesantemente i colpi d’artiglieria nelle zone più cruenti del conflitto innescato dall’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio 2022. Si sentono e l’aspetto più preoccupante è che non accennano a diminuire d’intensità. I bombardamenti spezzano linee e chiudono gli angoli più remoti di un negoziato che, allo stato attuale, sembra sempre più lontano. Si è verificata un’escalation graduale e fortemente controllata, che modificherà la conduzione dei conflitti del futuro. La redazione di PoliticaNews.it con questo focus vuole costruire una traccia sulla modifica dei punti più prominenti delle battaglie in corso.

L’INIZIO E LE SPERANZE. Tutto è iniziato credendo che i russi avessero avuto vita facile. Tutto è iniziato con i cittadini ucraini armati di molotov per contrastare la possibile entrata dei carri armati della federazione russa nella capitale Kyiv. L’impressione di una contingenza impreparata  costituiva solamente una vana illusione: gli ucraini hanno retto alla grande di fronte all’incredibile capacità industriale dell’esercito di Putin.

LA CONTINUAZIONE. La Russia, dopo le numerose ritirate, sembra avere il giusto quantitativo per il mantenimento delle posizioni acquisite. Anche se la crisi logistica, nell’addestramento e nei rifornimenti rimane particolarmente elevata. I prezzi in Ucraina sono saliti e l’inflazione sta colpendo anche la Russia. Il denaro perde il proprio valore ma gli animi sono più caldi delle temperature e di qualsivoglia black out. L’obiettivo di Putin è quello di scoraggiare la popolazione ucraina, che ha imparato a gestire una fase di attraversamento molto complicata, motivando le truppe e con una certezza in più: la possibilità di colpire sempre più profondamente il territorio della federazione russa.

LA POSSIBILE SVOLTA. Differenti fonti geopolitiche rivelano che droni e missili di Kyiv hanno già ora nel bagaglio potenziale la possibilità di colpire un territorio esteso dal Mar Baltico al Caspio. Insomma, una possibile svolta che si unisce a quella dei missili patriot statunitensi e dei carri armati tedeschi che possono far proseguire la sfera del conflitto in direzione ucraina. L’apparato militare di Mosca, oltre ad essere vetusto nella sua organizzazione e molto burocratico nella struttura, non naviga in buone acque, considerando le numerose volontà di capeggiarne gli sviluppi. Molti comandano, pochi realmente prendono decisioni condivise. La catena di comando è lenta, ma il conflitto - secondo fonti ben informate - sarà ancora lungo. Perché gli ucraini non concederanno alcuna regione annessa illegalmente. E Putin non vuole saperne di sedersi al tavolo dei negoziati.

Sezione: Esclusive / Data: Mer 11 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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