Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Gianni Girelli, esponente quota Pd.

Il ricorso a Mario Draghi da parte di Mattarella era oggettivamente l’unica via possibile?

"Per provare a uscire dalla crisi politica, il Presidente della Repubblica Mattarella aveva affidato in prima istanza un incarico esplorativo al Presidente della Camera Roberto Fico per verificare la tenuta della maggioranza che sosteneva il Conte bis, composta dal M5s, dal Pd, da Leu e da Italia viva. Dopo aver preso atto che non esistevano i presupposti per dare vita un Conte ter sostenuto dalle stesse forze parlamentari e dopo aver pesato l'alternativa delle elezioni, il Capo dello Stato ha lanciato un appello alle forze politiche per dare la fiducia ad un governo di alto profilo. Una decisione che lo stesso Mattarella ha spiegato come unica alternativa in un momento così delicato per la vita del Paese, perché nelle prossime settimane si dovranno prendere decisioni importanti sulla gestione della fine del blocco dei licenziamenti, sulla campagna vaccinale di massa e sul rapporto con l'Europa al tavolo del Recovery. Da qui la scelta più autorevole di chiamare Mario Draghi. A differenza di altri Mattarella, ancora una volta, ha dimostrato di essere all’altezza anche delle situazioni più gravi".

Intravede analogie rispetto al 2011, rispetto all’agenda delle azioni di governo cui adempiere, da qui ai prossimi sei mesi?

"Il Governo Monti è il secondo esecutivo tecnico dopo quello Dini - so che molti citano il Governo Ciampi ma credo sia un errore perché dimenticano che in realtà era “misto” e nasceva in un contesto diverso. Dieci anni fa il PDL, che aveva goduto di una maggioranza amplissima, aveva dato vita a un governo che aveva mostrato tutta la sua inadeguatezza di fronte alla pesante crisi che aveva colpito i Paesi dell’eurozona. Alla conclamata incapacità decisionale si erano aggiunti le pressioni delle Cancellerie europee e il malessere di molti esponenti e rappresentanti di centrodestra. Da questi presupposti trae origine l'esecutivo guidato da Mario Monti, che ottiene la fiducia sia alla Camera che al Senato, con solo pochi voti contrari nei due rami del Parlamento. Oggi Draghi si trova, invece, in un contesto inusuale. In questa legislatura infatti lo stesso Parlamento ha dato vita a due governi opposti e diversi, guidati però dallo stesso Presidente del Consiglio espressione del partito di maggioranza relativa. Un Capo del Governo che alla fine cade per un'operazione politica voluta da un partito nato tra i banchi di Camera e Senato e che non è stato votato dagli italiani. In un quadro così ingarbugliato Draghi dovrà dare risposta alla gestione di un’emergenza sanitaria che ha grosse implicazioni economiche, i cui effetti sono tutti da verificare. Senza dimenticare che se non verranno gestite bene le risorse europee potremmo trovarci di fronte a un ulteriore fardello sul futuro invece che a un volano di ripresa. La nota finale invece è sulle intenzioni di Draghi. Ovvero se da civil servant vorrà diventare un politico, come insegnano gli esempi di Monti e Dini".

Quali potrebbero essere le ripercussioni politiche, in termini di sondaggi, di un simile avvento?

"I sondaggi, al solito, vanno manovrati con attenzione e cura. Il consenso sulla persona e sul governo dipenderà molto da chi effettivamente darà sostegno in Parlamento a Draghi. Ma anche dalla capacità e dalla qualità della risposta dell'esecutivo ai problemi del Paese. Con Monti, non dimentichiamolo, e il furbo atteggiamento del centrodestra che ne aveva di fatto causato la nascita, il centrosinistra “quasi” perse le elezioni".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 06 febbraio 2021 alle 13:30
Autore: Luca Cavallero
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