In merito all'attualità politica e alla condizione di precarietà economica vissuta dalle città italiane, turistiche e d'arte, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Giovanni Galli, ex calciatore; in passato consigliere comunale tra le fila del Pdl a Firenze.

A suo giudizio il Governo Conte si sta muovendo nella giusta direzione nel fronteggiamento dell'emergenza economica, dopo quella sanitaria?

"Io vedo tanti comizi da parte del premier e annunci, ma la verità è che alla gente mancano soldi e lavoro. Non era una situazione prevedibile e le colpe specifiche non sono di nessuno per quello che è successo, però già prima c'erano problematiche, alimentate ancora di più dal virus. Poi sui provvediment prendiamo per esempio il bonus vacanze: non favorisce per nulla gli addetti al lavoro nel settore. Di fatto si chiede ai gestori di anticipare dei fondi di cui però dovrebbe farsene carico lo Stato".

Lei conosce molto bene Firenze, città per la quale si è candidato sindaco, interamente fondata sul turismo.

"Firenze è stata molto penalizzata, in quanto città d'arte. Il punto è che in Italia abbiamo un grandissimo patrimonio artistico, che però non vogliamo valorizzare complicandoci solo la vita. Miriade di attività nel centro storico sono chiuse e musei prestigiosi come gli Uffizi, che contengono praticamente la metà dell'arte italiana e parte di quella mondiale, sono in difficoltà: bisognerebbe attrezzarsi. Ma questa era una criticità già precedente al Coronavirus: le persone erano costrette a fare code interminabili. Se andava bene si presentavano in coda alle nove del mattino e entravano negli Uffizi alle cinque del pomeriggio: non va assolutamente bene".

Dall'Europa si aspettava un cambio di passo netto?

"Direi di sì. Bisogna partire con il fare un po' di autocritica: noi italiani siamo dei grandi cialtroni, ma non per questo è giustificato l'atteggiamento di un'Europa che anzichè aiutarci ci mette i piedi in testa. In ogni caso non penso ci facciano fallire, anche perchè noi gli serviamo. Tutto sarebbe stato più semplice se avessimo avuto qualcuno che ci rappresentava un po' più forte. Pensiamo al calcio: una squadra funziona quando è messa bene in campo da un allenatore forte. A noi è mancato questo. Pensiamo sempre al dibattito letteralmente centrale nella quarantena sulla ripresa del campionato: Spadafora diceva una cosa, Gravina un'altra, Malagò un'altra ancora... non è accettabile! In Italia ci vuole più facilità nel prendere le decisioni".

A proposito di calcio: come giudica queste prime partite di ripresa post Covid? Quale valutazione si sente di fare in merito alla corsa scudetto?

"Mi aspettavo partite strane, piene di errori e colpi di scena: del resto siamo reduci da mesi di totale assenza di allenamenti. Per questo i calciatori commettono più errori e assistiamo magari a partite anche con più di quattro gol. Sulla corsa scudetto che dire: prima del lockdown la Lazio sembrava stare meglio e la Juve sarebbe subito stata impegnata in Coppa Italia contro il Milan e poi la settimana dopo in Champions con il Lione. Adesso i bianconeri possono concentrarsi totalmente sullo scudetto fino al 2 agosto, senza dover pensare a lottare su più fronti. L'Inter mi sembra, al momento, al di sotto rispetto a Juve e Lazio. Se devo fare delle percentuali dico: Juve 60%, Lazio 35%, Inter 5%".

E sul suo ex collega Buffon? Ha prolungato con la Juventus per un altro anno.

"Non mi sorprende: se si sente di poter giocare ancora è stata fatta la scelta più giusta. Buffon è un riferimento importante per i compagni e rappresenta molto per la Juventus. In campo poi quando gioca dice ancora la sua: se possiedi in rosa un giocatore che viene ascoltato dai compagni e che quando scende in campo si esprime ancora ad alti livelli non può che essere un valore aggiunto".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 03 luglio 2020 alle 10:30
Autore: Luca Cavallero
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