Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Pietro Giaccari, esponente quota Italia Viva.

Il ricorso a Mario Draghi da parte di Mattarella era oggettivamente l’unica via possibile?

"Se non ponessimo la dovuta attenzione al contesto, potremmo pensare che le alternative praticabili avrebbero potuto essere due: un incarico ad una personalità di forte prestigio (come il Presidente Mattarella ha scelto di fare) o le elezioni anticipate. Il contesto però porta in evidenza una serie di fattori: 1) Il Recovery Plan dovrà essere messo a punto entro aprile, quindi circa 70 giorni da oggi; 2) lo scioglimento delle camere e relativa campagna elettorale ha un tempo “tecnico” minimo di 60 giorni; 3) l’insediamento di un nuovo parlamento, con l’elezione dei Presidenti del Senato e della Camera impiega altri 30 giorni circa, quindi per 90 giorni il Parlamento non avrebbe potuto esercitare le proprie funzioni, ben oltre il tempo massimo per la presentazione del Recovery Plan alla Commissione Europea. Ci sono altre considerazioni che devono essere fatte: e se dopo le elezioni non ci fosse comunque un governo stabile e formato in breve tempo? Con l’ultimo referendum è stata scelta la diminuzione dei rappresentati eletti, si dovrebbe procedere con una nuova legge elettorale prima di andare a nuove elezioni, questo quanto tempo ulteriore impiegherebbe? Nel frattempo ci sono da gestire l’epidemia, la distribuzione dei vaccini, la riapertura delle scuole, il blocco dei licenziamenti. In conclusione: la scelta del Presidente Mattarella è stata saggia, ora speriamo che tutte le parti politiche si comportino saggiamente e che diano il pieno appoggio a questo nuovo esecutivo".

Intravede analogie rispetto al 2011, rispetto all’agenda delle azioni di governo cui adempiere da qui ai prossimi sei mesi?

"La situazione attuale, pur tra molte difficoltà, è l’opposto di quella del 2011. In quell’anno la nostra economia venne messa sotto attacco dalla speculazione finanziaria, lo spread era giunto a quota 500, in questi giorni, subito dopo la designazione di Draghi, lo spread è tornato sotto quota 100! Quando arrivò Monti dovette tagliare e senza attendere, tutta la nostra la Nazione, i nostri risparmi, il futuro dei nostri figli stavano per finire in fumo. Oggi Draghi e la squadra di governo che si formerà, sono chiamati ad investire, non a tagliare! C’è a nostra disposizione una massa di denaro che mai abbiamo avuto, sta a noi renderla un investimento produttivo per il futuro nostro e dei nostri figli".

Quali potrebbero essere le ripercussioni politiche, in termini di sondaggi, di un simile avvento?

"I sondaggi sono sempre da prendersi con le molle, bisogna avere idee, difenderle ed esporle, alla lunga si capisce sempre chi abbia detto e fatto le cose più adeguate. Quando Italia Viva ha deciso di ritirare due ministre ed un sottosegretario dal governo, tutti ci hanno dato addosso. Subito dopo la nomina di Draghi tutti hanno deciso di sostenerlo e, all’improvviso, sembra che tutti abbiano realizzato l’inadeguatezza dell’esperienza di governo appena conclusa, eppure in molti sostenevano: o Conte o elezioni, ora dove sono finiti? Ora che anche la Corte dei Conti e Banca d’Italia bocciano sonoramente il Recovery Plan così come era stato proposto, come potranno ancora sostenere che la crisi sia stata incomprensibile? Se si vuole fare Politica (volutamente con la maiuscola) allora è bene lasciare i sondaggi ai populisti e le idee a chi le abbia, il tempo dirà come stiano le cose".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 12 febbraio 2021 alle 13:30
Autore: Luca Cavallero
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