Dall'accordo raggiunto in tema di regolamenti per le possibilità di pesca per la campagna 2023 ai salari bassi che caratterizzano l'andamento lavorativo italiano. La redazione di PoliticaNews.it ne ha discusso con Paola Ghidoni, europarlamentare della Lega.

Il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'Ue ha raggiunto l'accordo politico sui regolamenti per le possibilità di pesca per la campagna 2023 nelle acque Ue e non Ue, nell'Atlantico, nel Mare del Nord, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, nonché per alcuni stock ittici di acque profonde. Cosa prevede nel dettaglio?

"L'accordo raggiunto in Europa riguarda la riduzione dei limiti di cattura dei gamberi di fondo, la facoltà di pescare l'anguilla anche nel mese di dicembre e l'incremento di oltre 530 tonnellate della quota destinata al nostro Paese per la cattura del tonno rosso. Il tutto si aggiunge alla deroga UE sulla taglia minima per la raccolta delle vongole nell'Adriatico. Questo risultato è prezioso per la filiera ittica del nostro Paese ed è stato possibile grazie al governo di centrodestra che merita un grande plauso. Sul tonno rosso, nello specifico, l’intenzione è di fare ancora di più, attraverso l’istituzione di una filiera tutta italiana".

Capitolo riduzione di opportunità di lavoro. L'Italia è uno dei pochi Paesi europei in cui la media dei salari è diminuita negli ultimi vent'anni. Come contrastare queste difficoltà, soprattutto considerando la difficoltà che i giovani hanno nell'inserimento all'interno del mercato del lavoro?

"In Italia sinistra e Cinque Stelle sostengono politiche assistenzialiste che, alla prova dei fatti, non funzionano. L’insuccesso del reddito di cittadinanza lo dimostra. Per creare lavoro non bisogna pagare la gente per stare a casa, ma detassare il lavoro dipendente e favorire le assunzioni dei giovani con incentivi di buonsenso. Senza dimenticare le partite iva, che meritano rispetto, mentre per qualcuno sono solo evasori. Anche su questo punto il governo è al lavoro e, al netto delle poche risorse disponibili, ha preso la strada giusta".

Ci può illustrare i punti salienti della sua interrogazione all'UE per bloccare i finanziamenti del cibo sintetico?

"La battaglia contro la carne sintetica non è solo una battaglia a difesa della salute e delle tradizioni, ma anche del lavoro. Il tentativo in atto è quello di sostituire l’agricoltura e l’allevamento così come li conosciamo con la grande industria. Sebbene pubblicizzata da alcuni come salutare e sostenibile, in realtà la finta carne prodotta in laboratorio richiede un maggior consumo d’acqua e d’energia degli allevamenti tradizionali. Gli alimenti in provetta metteranno in pericolo il lavoro di milioni di agricoltori, allevatori e operatori di filiera, e la coesione socio-economica dei territori. Ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea proprio per chiedere di approfondire l’impatto ambientale cumulativo e il reale contributo in termini di salubrità dei prodotti di ingegneria alimentare e per sapere quali e quanti finanziamenti europei sostengono, o hanno in passato sostenuto, la ricerca per lo sviluppo del cibo sintetico. La questione è centrale e anche da qui passa il futuro dell’economia del nostro Paese".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 20 dicembre 2022 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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