La Lega è tra i partiti più ostili all'operato del Governo Conte e dell'Unione Europea nella gestione dell'emergenza economica derivata dall'avvento del Covid.

In merito a ciò, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Francesca Donato, eurodeputata del Carroccio.

Qual è la sua valutazione in merito alla delbera legata all'annullamento del taglio dei vitalizi?

"Non è una bella notizia, troviamo incomprensibile e insensato il mantenimento di certi privilegi, specialmente in un momento in cui tutti gli italiani sono chiamati a grandi sacrifici. La Lega è stata l’unica a votare contro il ripristino dei vitalizi per gli ex parlamentari. Mentre altre forze politiche fanno tante parole, questi sono i fatti reali e concreti. Questa battaglia, come annunciato da Matteo Salvini, non si ferma: orgogliosi di aver votato contro, siamo pronti a raccogliere firme per abolire i vitalizi ancora in vigore. Chissà cosa farà il Pd, che fino a poco tempo fa proponeva di aumentare lo stipendio dei parlamentari".

Qualora la trattativa, sin qui ben avviata, per l'approvazione definitiva del Recovery Fund sfumasse quali passi dovrebbe compiere autonomamente l'Italia?

"Se il cosiddetto Recovery Fund non verrà adottato, o se lo sarà in maniera diversa, lo sapremo entro fine anno. Ma in ogni caso, anche se lo fosse come è stato prospettato, il nostro Governo non avrebbe altra scelta che continuare a finanziare autonomamente, tramite il collocamento sui mercati finanziari dei nostri bond sovrani, la spesa necessaria e urgente per sostenere le nostre imprese e famiglie, perché già si è perso troppo tempo e i cittadini hanno bisogno di strumenti concreti per poter sopravvivere. Il fabbisogno di liquidità nel nostro Paese è reso evidente dal crollo dei consumi di oltre 6 punti, registrato dall’Istat e comunicato oggi. Senza provvedimenti urgenti e adeguatamente dimensionati rischiamo di precipitare sempre più a fondo in questa crisi, e di non poterci riprendere poi per anni. I tempi dell’UE non sono al passo con quelli della crisi e i governi UE lo hanno capito tutti, speriamo sia chiaro anche al nostro".

Ma l'Ue è pronta a fronteggiare con un piano comune un'eventuale seconda ondata oppure i singoli stati verranno lasciati nuovamente soli?

"L’UE non ha predisposto alcun piano collettivo per la prevenzione di un’eventuale seconda ondata di Covid-19. Pertanto, in questa eventualità - oggi ritenuta altamente improbabile dalla maggior parte dei virologi, quantomeno riguardo alle caratteristiche di virulenza viste nei mesi scorsi - i singoli Paesi membri decideranno in autonomia quali misure adottare e verosimilmente nessuno adotterà un lockdown totale, visti i devastanti danni che ha prodotto all’economia europea, ma risposte calibrate e improntate e localizzate verso i singoli focolai. La disponibilità di terapie riconosciute efficaci e protocolli comprovati ridurrà in ogni caso al minimo l’impatto di un eventuale ritorno del virus".

Come Lega avete chiesto, sin dall'inizio, massima chiarezza da parte della Cina. Nelle ultime settimane però, anche sul versante internazionale, c'è sempre meno tendenza nell'invocare maggiori delucidazioni a Pechino...

"L’atteggiamento della Cina, sin dall’inizio dell’epidemia, non si è distinto per trasparenza e chiarezza. Anzi, sono ancora moltissimi i lati oscuri legati all’origine e alla diffusione del virus, elementi, che, unitamente alla mancanza di comunicazioni chiare con il resto del mondo da parte del regime comunista cinese, hanno fatto perdere tempo prezioso nella risposta al virus. Altro che ‘grazie Cina’, come hanno ripetuto per settimane Di Maio e il M5s, sempre pronti a schierarsi con la dittatura comunista. È bene che l’Italia, così come l’Ue, pretendano di fare luce su questa vicenda, affinché chi ha causato o permesso il diffondersi del Virus, avendo sulla coscienza centinaia di migliaia di morti e danni economici senza precedenti, si assuma le proprie responsabilità".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 26 giugno 2020 alle 17:00
Autore: Luca Cavallero
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