Riguardo all'attualità politica, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Gian Paolo De Dominici, esponente quota Azione.

Come commenta le imminenti riaperture?

"Rispetto alle riaperture annunciate da Draghi ritengo che, come detto dal diretto interessato, siano un rischio calcolato e cha faccia bene a correrlo. Purtroppo autorevoli esperti quali ad esempio Crisanti e Galli, non sono d’accordo e avrebbero preferito una prosecuzione della situazione attuale. Dal loro punto di vista il discorso è assolutamente corretto però, trattandosi appunto di fare Politica e dunque di “scegliere” ritengo che bene abbia fatto Draghi a scegliere in tale senso, assumendosene i rischi. Come bene ha fatto a non cedere alla demagogia leghista rispetto alla estensione alle 23 degli orari di apertura serali dei ristoranti. Anche in questo caso se n’è assunto la responsabilità di fronte ai cittadini e, pur apparendo il discorso, a prima vista penalizzante, sono convinto che la credibilità di una persona, soprattutto se riveste incarichi di rilievo, debba essere misurata con la coerenza con cui tiene fede alle proprie affermazioni".

Come giudica, sin qui, l'operato del ministro Speranza?

"Credo che il Ministro della Salute Speranza, data la situazione abbia fatto il suo. Purtroppo da un anno e mezzo a questa parte, chiunque avesse ricoperto il suo dicastero in qualche misura si sarebbe trovato in difficoltà e qualsiasi cosa avesse fatto e/o decisione assunta, avrebbe scontentato qualcuno e sbagliato. Posso comunque affermare che il suo libro “Perché guariremo”, frettolosamente ritirato dalle librerie nell’autunno scorso, non aiuta certamente ad esprimergli solidarietà".

Qual è la sua chiave di lettura rispetto al fallimento della Superlega?

"Quando vedo prevalere una sorta di pensiero “unico” rispetto ad un tema, per principio tendo a schiarami non a favore e, anche rispetto al discorso della cosiddetta Superlega, senza approfondire troppo il discorso di primo acchito ho visto tale questione come l’approdo di un processo che ritengo irreversibile. E’ però del tutto evidente che l’approccio è stato sbagliato sia nella forma che nel merito e dunque è un bene che si sia fermato tutto. Questo consentirà, ne sono certo, di affrontare l’argomento, anche (e soprattutto) da parte di UEFA e di FIFA con un approccio speriamo meno “monopolista”, anche rispetto alle risorse da destinare ai club. Altri sport hanno già compiuto tale passo, rivedendo i format delle loro competizioni ed evolvendo in tale direzione. Immagino che anche lo sport più amato del mondo, almeno in Europa, non possa sottrarsi a tali dinamiche".

Sezione: Esclusive / Data: Sab 24 aprile 2021 alle 15:30
Autore: Luca Cavallero
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