Ormai da diverso tempo l'Europa sta combattendo una profonda e complessa crisi energetica. Non è limitata al settore del gas in seguito all'invasione russa in Ucraina, ma altre fonti energetiche sono protagoniste di questa spiacevole situazione. Il focus della redazione di PoliticaNews.it analizza in esclusiva e in collaborazione con l'Istituto degli Affari internazionali il rapporto sulla generazione nucleare francese, che è scesa ai minimi trentennali a causa dei lavori di manutenzione e corrosione.

I FATTORI CLIMATICI. Il caldo estremo della scorsa estate e una siccità senza precedenti hanno ridotto la produzione di energia idroelettrica e la possibilità di importare carbone via fiume. Anche il petrolio non è stato immune alle turbolenze. Anzi, considerando l''embargo dell'UE sul greggio russo, iniziato il 5 dicembre 2022, e connesso ad un prezzo massimo di 60 dollari al barile che genera un'incertezza sul mercato finanziario futuro della materia, la situazione è ancora più imprevedibile.

SGUARDO IN AVANTI. Nel febbraio 2023 entrerà in vigore la seconda fase dell'embargo, sui prodotti raffinati, con il diesel che potrebbe diventare il prossimo capitolo della crisi energetica europea. Finora, gli europei hanno affrontato con successo questi sviluppi impegnativi. Per quanto riguarda il settore del gas, sono riusciti a rifornire i loro depositi, a ridurre le importazioni di energia dalla Russia e ad attrarre carichi di gas naturale liquefatto. Tutto questo però è stato possibile a costi elevatissimi. La crisi energetica mette in primo piano non solo la sicurezza energetica ma anche il ruolo della politica industriale a livello internazionale ed europeo. Il ruolo dell'Unione Europea, dai tempi del Covid-19, ha implementato i meccanismi di rinforzo dell'economia per fronteggiare le differenti contingenze.

Sezione: Esclusive / Data: Gio 12 gennaio 2023 alle 11:00
Autore: Niccolò Anfosso
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