In piena emergenza coronavirus, con le imprese a rischio collasso, la redazione di Politicanews.it ha interpellato Maurizio Stirpe, vice presidente  Confindustria, nonché patron del Frosinone Calcio.

“In questo momento è difficile valutare l’impatto e la consistenza dell’intervento del Governo per far fronte a quest’emergenza - esordisce Stirpe -. A mio avviso non ci sono ancora tutti gli elementi per avere una contezza eccessiva di quello che è il danno che verrà determinato dall’epidemia di Covid-19. La sospensione dell’attività produttiva dovrebbe essere su base volontaria e che questo avvenga solamente quando esistono comprovati motivi, noi non pensiamo che operazioni di distruzione del valore siano strumenti accettabili per far fronte a quest’emergenza. Vogliamo che rimanga la libera circolazione delle persone per andare a lavoro e la libera circolazione delle merci, altrimenti se non si morira’ di Coronavirus si morirà di altro".

Stirpe invoca il sostegno dell'Europa: "Auspico un intervento delle autorità europee molto più energico. Le acciaierie in Germania e Spagna sono aperte, rischiamo che l’Italia rimanga indietro. Cosa che forse è gia successa".



Il vice presidente di Confindustria sottolinea i numeri della crisi: "Siamo nel pieno di una crisi recessiva di imponenti dimensioni, abbiamo stimato come Confindustria che nel primo semestre dell’anno avremo una riduzione del PIL del 10%, se riuscissimo a ripartire tra fine aprile e inizi di maggio la riduzione sarà solo del 6%. Il tasso di disoccupazione aumenterà progressivamente fino a portarsi a oltre l’11%, questo in uno scenario che prevede la ripartenza tra un mese, cosa che non è scontata. Devo dire che se non vogliamo che il sistema tracolli, non parliamo di ripartenze però parliamo almeno di paracaduti per assistere imprese, lavoratori e famiglie". 

Stirpe si aspetta di più anche dal Governo: "Da un decreto di 25 miliardi a marzo mi sarei atteso un intervento molto poderoso, più pesante, nel mese di aprile, ma dalle prime indicazioni i numeri non sono confortanti".

Il numero due di Confindustria è preoccupato anche per gli effetti negativi che il coronavirus produrrà sullo sport e in particolare sul settore calcio: "Il mondo del calcio uscirà fortemente ridimensionato dal coronavirus. La cosa che mi fa più spavento non sono tanto gli stipendi dei calciatori quanto il valore del calcio in sé per sé. In questo momento a livello di fatturato il calcio vale meno di zero, sia per le televisioni, sia per gli sponsor, sia per chi ha investito dei soldi. Come tante attività si dovrà ricreare una sua immagine e credibilità. Non so se la soluzione adottata dalla Juventus sia adeguata, io penso che per la Serie B dovremo parlare non solo del taglio degli stipendi attuali, ma anche di ridiscutere tutti i contratti pluriennali stipulati in periodi in cui le aspettative di ricavi erano completamente diverse rispetto a quello che ci attende nel futuro”, conclude Maurizio Stirpe.

Sezione: Esclusive / Data: Mer 01 aprile 2020 alle 09:09 / Fonte: Politicanews.it - Redazione Roma
Autore: Redazione PN
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