L'operato del Governo Conte pare convincere sempre meno la Lega.

Il partito di Matteo Salvini ha anche mostrato esplicitamente perplessità sulle formule di cura proprie dell'Unione Europea: Mes e Recovery Fund, a giudizio del Carroccio, sarebbero infatti strumenti insufficienti.

Per un quadro più approfondito, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Paolo Borchia, eurodeputato Lega.

Sul turismo vi convincono le rassicurazioni di Di Maio (ossia nessun accordo bilaterale tra Stati europei)?

"Sono rassicurazioni effimere e poco convincenti; il comparto del turismo è destinato a vivere una fase di concorrenza spietata e l’auspicio di Di Maio era già stato smentito, una prima volta, in occasione della riunione in videoconferenza del Ministri del Turismo il 20 maggio scorso. Va aggiunto che la narrativa del governo sulla diffusione del Covid in Italia, specialmente a cavallo tra febbraio e marzo, è stata devastante a livello di conseguenze verso l’estero: turismo ed esportazioni hanno subito iniziato a patirne le conseguenze".
 

Mes e Recovery Fund non vi soddisfano: quali sono le contromisure che proponete?

"In questa fase, la Bce ha dimostrato di essere l’unico attore in grado di apportare la liquidità necessaria e con le tempistiche adeguate. Il Recovery Fund è un cantiere aperto, ma le condizionalità di cui Dombrovskis ha parlato sono indecenti se rapportate a una fase di crisi economica e sanitaria; per il resto, la proposta della Commissione dovrebbe subire modifiche significative con la prossima riunione del Consiglio; di sicuro, la liquidità immediata che serviva non sarà disponibile con i tempi auspicati da imprese e famiglie. Sul Mes parla chiaro lo scarso entusiasmo palesato dai Governi. Grave che il Pd non veda l’ora di utilizzarlo, sicuramente i mercati si chiederanno come mai l’Italia si affianca a Cipro in questa partita. Non è difficile prevedere ci saranno ripercussioni sullo spread, in linea con quanto accaduto ai tassi d’interesse dei bond emessi da Irlanda a Portogallo nel 2011 in circostanze analoghe".

Fronte intento i sondaggi danno un’ipotetica lista Conte al 14%: qual è la sua chiave di lettura?

"Ci sono diverse variabili che al momento non hanno un sufficiente grado di prevedibilità. Sicuramente la lista autonoma di Conte sarebbe deleteria per il M5S, che perderebbe la maggior parte del suo bacino elettorale. Ad ogni modo, anche Monti nel 2013 sottovalutò la reazione dell’elettorato al suo operato, se devo essere onesto la stima mi sembra parecchio generosa".

Sempre in tema sondaggi vi preoccupa l’avanzata di Meloni e Fdi?

"Per nulla, viviamo una fase di forte volatilità e i flussi elettorali sono piuttosto fluidi. Ma adesso servono idee e contenuti per ripartire, il Paese non può aspettare: o si reagisce, o si muore".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 08 giugno 2020 alle 15:00
Autore: Luca Cavallero
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