In merito all'attualità politica nazionale e regionale (nella fattispecie veneta), la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Enrico Bonato, candidato al Consiglio Regionale tra le fila de "Il Veneto che Vogliamo".

Cosa auspica dall’imminente tornata di regionali?

"Sono convinto che il movimento civico del “Veneto Che Vogliamo” darà un segnale forte a tutta la politica: saremo la sorpresa di queste regionali e il nostro movimento avrà rappresentanza all’interno del prossimo Consiglio Regionale. In questa fase la destra teme di perdere consenso, i loro candidati hanno paura del confronto con noi. Spero che le persone sappiano valutare anche questo aspetto: il confronto non ha lo scopo primario di accrescere il proprio consenso, ma di spiegare ai cittadini i progetti che si intendono realizzare nei prossimi 5 anni. Qual è il programma del centrodestra? Non l’abbiamo visto. Noi, forti della nostra articolata e partecipata programmazione, siamo pronti al confronto. Il rifiuto di Zaia a confrontarsi con Lorenzoni nasconde l’assenza di un’idea precisa sul futuro del Veneto che, invece, la Lista “Il Veneto Che Vogliamo” ha ben chiara".

A più di un anno di distanza dalla ancora del Conte II come giudica il percorso complessivo sin qui?

"Lo giudico discretamente. La gestione della più grande emergenza del dopoguerra non deve essere stata assolutamente semplice ed era necessaria una persona dotata di grande equilibrio come Conte. Osservando il quadro politico a livello nazionale credo che non esista attualmente una figura politica che avrebbe fatto meglio dell’attuale premier. Ritengo, tuttavia, si potesse avere un po’ più di coraggio con le misure relative all’Ecobonus e al Sismabonus; per quest’ultimo personalmente avrei esteso a tutte e 4 le zone sismiche, a maggior parte della Provincia di Rovigo ricade nella zona 4. Mi aspetto un’accelerazione dell’azione di governo perché alcune scelte devono essere effettuate tempestivamente. Purtroppo le risposte date ai moltissimi cittadini che ruotano attorno al mondo della scuola sono state un po' tardive e rischiano di rendere problematica la ripartenza e la gestione del prossimo anno scolastico".

Ritiene che l’esito delle regionali e del referendum possano condizionare la tenuta del governo?

"Non ho mai ritenuto corretto attribuire all’esito di un referendum popolare una valenza partitica. Trovo giusto effettuare un ragionamento esclusivamente nel merito di quanto ci viene chiesto. In caso contrario perderebbe di valore il significato di consultazione popolare che è alla base dello stesso concetto di referendum".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 08 settembre 2020 alle 20:00
Autore: Luca Cavallero
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