Riguardo alle imminenti regionali, all'attualità politica italiana e all'ormai prossimo referendum, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Paolo Arrigoni, senatore quota Lega.

Cosa auspica dall’imminente tornata di Regionali?

"Un grande risultato per la Lega e il centrodestra, che è unito, lo sottolineo, in tutte le regioni che vanno al voto, a differenza della sinistra e il M5S, che sono insieme al governo ma divisi su tutto e spaccati in diverse formule nelle varie regioni. Nelle due regioni dove il centrodestra governa non c'è partita: le riconferme di Toti e Zaia sono fuori discussione, soprattutto per il nostro Doge di Venezia che vincerà con percentuali bulgare, a dimostrazione dell'ottima amministrazione. Ma la sera del 21 festeggeremo la vittoria in altre regioni dove la sinistra ha male amministrato ed è in affanno: sicuramente le Marche, con molta probabilità la Puglia e non mancherà di sorprendere la Toscana. Il risultato di 5 a 1 per il centrodestra, impensabile fino a 2 mesi fa, è ormai alla portata.  Comunque sia sarà un terremoto politico e Conte, ma non solo, dovrà tenerne conto".

A più di un anno di distanza dalla ancora del Conte II come giudica il percorso complessivo sin qui?

Pessimo! Chi ci governa rappresenta una maggioranza anomala creata contro Salvini e la Lega, priva di programma condiviso e nata non certo per fare il bene del Paese e degli italiani ma per impedire le elezioni politiche dopo la crisi dell'esecutivo giallo-verde e dunque per detenere il potere. Le divisioni interne alle 4 forze politiche di maggioranza, unitamente alle loro incapacità di ascolto e di governo sono evidenti; sono state attenuate durante l'emergenza sanitaria COVID ma ora stanno riemergendo. Quello che preoccupa maggiormente è che i 100 miliardi di maggior debito pubblico contratto sono stati impiegati più per sussidi e bonus che per investimenti fondamentali per il rilancio dell'economia del Paese.

Ritiene che l’esito delle regionali e del referendum possano condizionare la tenuta del governo?

"Per il referendum non credo proprio, ma a differenza di quanto sostiene Conte queste regionali hanno una forte connotazione politica nazionale. La fase post emergenza sanitaria legata alla crisi economica che purtroppo si preannuncia ancora più marcata in autunno, l'aumento ingiustificato degli sbarchi e soprattutto il caos scuole condizioneranno il voto del 20 e 21 settembre. Anche solo un risultato di 4 a 2 a favore del centrodestra dovrebbe portare Conte e il suo esecutivo a rassegnare le dimissioni. D'Alema per molto meno, con dignità, nel 2000 lo fece".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 07 settembre 2020 alle 12:30
Autore: Luca Cavallero
vedi letture
Print