“Oggi, nel 1994, dopo l’attentato al presidente Juvénal Habyarimana, iniziava il genocidio del Ruanda. In appena 100 giorni, i ruandesi di etnia hutu sterminarono 940mila concittadini, prevalentemente di etnia tutsi, ma anche loro fratelli hutu considerati collaboratori dell’etnia nemica o traditori. Il mondo aveva già detto ‘mai più’ dopo la scoperta dei lager nazisti, ma assisteva ancora, impotente, ad un genocidio commesso alla luce del sole. Il genocidio del Ruanda fu un colpo di coda degli omicidi di massa del Novecento. Non servirono neppure armi da fuoco o metodi di sterminio sofisticati. Le vittime, nella maggior parte dei casi, vennero massacrate a colpi di panga, attrezzo contadino simile al machete. A dimostrazione che la volontà di uccidere, e l’odio alimentato da media istigatori, sono ‘ingredienti’ sufficienti a compiere un genocidio. Venne commesso un crimine sconcertante, mai così tanti morti in così poco tempo. Il tutto sotto gli occhi impotenti della missione delle Nazioni Unite che, pur avendo previsto, non poté intervenire. L’omicidio di massa è ancora fra noi, in questi giorni, davanti ai nostri occhi, a Bucha e nelle altre città abbandonate dalle forze russe, in cui si scoprono fosse comuni e cadaveri abbandonati nelle strade, vittime di esecuzioni sommarie. La comunità internazionale, questa volta non resti indifferente. Mai più”.

Così Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega, ricorda il genocidio del Ruanda, nel giorno del 28mo anniversario.

Sezione: Economia / Data: Mer 06 aprile 2022 alle 21:50
Autore: Redazione PN
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