Basta con il fisco fondato sui saldi e sugli acconti, sulle mille scadenze differenziate per tributo, imposta, bollo. E basta con le concentrazioni di versamenti che strozzano le partite Iva. Dall'Agenzia delle entrate arriva una proposta rivoluzionaria per risolvere il problema della selva oscura fiscale: nel peggiore dei casi, un prelievo al mese, nel migliore uno trimestrale in cui il fisco calcola e chiede e il contribuente autorizza.

La proposta viene spiegata al "Messaggero" dal direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, che punta a semplificare le scadenza, in media una al mese, in cui si radunano tutti gli adempimenti in una sola rata. Oggi un'impresa soggetta all'Irpef, considerando solo Irap e Iva, e quindi senza eventuali Imu, Tari, bollo, concessioni, deve pensare a 11-31 appuntamento con il fisco l'anno. Anche se non ci sono dipendenti.

Molto meglio, secondo Ruffini, capovolgere la situazione: il fisco calcola le tasse, chiede al contribuente un ok al prelievo del dovuto, con compensazioni già fatte, e incassa. In alternativa, avanza la richiesta del riconoscimento di un credito per le successive scadenze. In questo modo gli appuntamenti con il fisco sarebbero al massimo uno al mese (se non ancora meno), i lavori per gli adempimenti dalla parte delle imprese si snellirebbero, e si avrebbe l'immediato effetto decongestionamento da scadenze fiscali, che tanto preoccupa in questi giorni. 

Sezione: Economia / Data: Dom 19 luglio 2020 alle 15:45
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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