“Con i parametri che abbiamo oggi, la zona gialla è quello a cui andiamo incontro, ma bisogna cambiarli guardando agli ospedalizzati, non più ai tamponi positivi che hanno un semplice raffreddore. Se c'è una regione che di colpo passa da 10 a 100 malati in terapia intensiva, è chiaro che bisogna intervenire”.

Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, ai microfoni di iNews24.it, commenta i dati italiani ed europei di oggi, 16 luglio, relativi alla diffusione della variante Delta in Italia e in Europa. “11 morti su 60 milioni di abitanti è ancora un numero basso. Ci sono intere regioni che non registrano decessi da giorni. Guardiamo i numeri in maniera oggettiva e pacata. Sono d’accordo se diciamo che ci si debba vaccinare perché registriamo un aumento dei contagi, ma non lo sono se pensiamo di portare l’Italia in zona gialla”, continua.

Bassetti non ha dubbi che le misure adottate finora siano sufficienti a contenere i contagi in Italia: “Noi abbiamo mantenuto le mascherine nei luoghi chiusi, nei trasporti pubblici e all’aperto quando ci sono assembramenti. Non mi pare che abbiamo mai dato un “liberi tutti”. Se diciamo che Paesi che hanno altamente vaccinato come Israele e Gran Bretagna registrano un aumento dei contagi, stiamo dando un’informazione non del tutto corretta. Perché è vero che stanno aumentando i contagi, ma i dati inglesi di oggi dicono che le ospedalizzazioni e i decessi non sono per nulla aumentati nei soggetti vaccinati. Questo deve essere un messaggio ancora più forte, soprattutto nei confronti dei giovani, affinché si vaccinino, perché dimostra che la variante Delta galoppa tra i soggetti non vaccinati”.

Ma il professore non è d'accordo al ritorno alle fasce a colori in Italia: “È evidente che i contagi riguardano soggetti che non hanno fatto la doppia dose di vaccino. Spero che questa ripresa non comporti nuove restrizioni e un ritorno alle zone a colori, e che al contrario, convinca le persone a vaccinarsi. Sono ancora troppi i non vaccinati che non si sono prenotati e non hanno intenzione di farlo. Il risultato di questa scelta si vedrà a settembre – ottobre”. Bassetti ritiene che il green pass sia uno strumento per incentivare i cittadini a vaccinarsi: “Il green pass è certamente utile. Decidere che senza vaccino non è possibile prendere un treno, un aereo, andare al ristorante, a teatro o al cinema, recupererebbe almeno un 30% di cittadini ancora restii. Basti guardare cosa è successo in Francia”.

Inoltre interviene sull'obbligo vaccinale: “Sono d’accordo a istituire l’obbligo vaccinale, ma solo per alcune categorie. Stiamo discutendo da ormai otto mesi. Bisogna agire come hanno fatto i francesi. Se si decide di rendere le scuole un luogo sicuro per gli insegnanti e gli studenti ad esempio, allora dobbiamo rendere obbligatorio il vaccino. Credo che dovremmo avere lo stesso atteggiamento duro che abbiamo avuto sulle chiusure, anche sui vaccini”.

Secondo il direttore sulla scuola “la politica non può delegare il Comitato tecnico-scientifico. Deve decidere se vuole o meno una scuola sicura e assumersi le proprie responsabilità. Sarebbe inaccettabile se a settembre ci trovassimo di nuovo, come l’anno scorso, a discutere della dad o delle mascherine a scuola”.

Sezione: Altre Notizie / Data: Sab 17 luglio 2021 alle 19:45
Autore: Redazione PN
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