“E’ effettivamente ciò che si vede, purtroppo, nel mondo, dove la vaccinazione non è così facilmente attuabile, ma lo vediamo anche da noi: quindi c’è un doppio binario rispetto agli effetti di questa pandemia”. Lo ha detto a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ospite di Timeline, commentando le parole di questa mattina della presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen,  secondo cui, guardando agli ultimi dati, si rischia che il covid diventi una pandemia dei non vaccinati.

“Ma vedo - ha aggiunto . come noi siamo messi più che bene anche rispetto all’Europa, e l’organizzazione è stata ed è delle migliori. Siamo partiti come diesel, ma ci stava perché un’organizzazione così complessa necessitava un’oliatura. Ora si vedono dati concreti, di sicurezza, e questo è un elemento che miliardi di dosi oggi ci permettono di consolidare meglio anche rispetto sempre alle questioni di eventi avversi, come trombosi ed altri effetti più pesanti, che in una prima parte della campagna vaccinale, e della conseguente informazione, avevano anche abbassato la qualità e il valore di alcuni di questi”.

“Credo che ci si stia orientando - ha proseguito - verso un approccio meno pesante, meno vissuto di pancia, ma di buon senso, e penso che a questo punto un intervento di green pass trasversale ci metta più in maggiore sicurezza, perché temo in un altro colpetto di coda il prossimo inverno del virus e quindi solo con una vaccinazione veramente allargata si può convivere meglio col covid”. “A cosa sarebbe dovuto questo colpetto di coda? Sicuramente ci sono in ballo le varianti, e la variante delta molto più contagiosa, delle condizioni metereologiche favorenti, lo vediamo con le influenze e gli altri virus che in inverno, con gli sbalzi termici, hanno un vantaggio, ed in più si riprende il lavoro di presenza rispetto alla quantità di smartworking del passato, e poi la riapertura delle scuola, e già alcune di queste in altri nazioni come Austria e Francia sono state chiuse. E’ un qualcosa con cui dovremo far fronte, ma l’aspetto soprattutto dell’efficacia rispetto ai casi più gravi, dimostrata in modo eclatante dai vaccini contro il covid, quali che siano, dimostra la possibilità di gestire al meglio la situazione nelle strutture sanitarie e anche da parte dei medici di famiglia, quindi per tutta quella filiera di servizi di assistenza che oggi riusciamo a dare ai pazienti. Vedo bene un intervento lineare sul green pass, esteso a tutte le attività lavorative, perché altrimenti si andava ad alimentare quelle incongruenze delle prime applicazioni del green pass stesso”.

“Purtroppo questa variante delta, di fatto, ha caratteristiche di virus diverse: è molto più contagiosa. L’R0 dell’originale era 2.5, mentre l’R0, quindi il numero di casi medi da un caso indice, è 7 per questa variante, e purtroppo abbiamo ben visto di una maggiore cattiveria del virus rispetto alla sintomatologia e in particolare un migliore adattamento ai recettori dei bimbi che non erano così coinvolti nella possibilità di infettarsi come sulla variante originale. Quindi i giovani stanno diventando più protagonisti rispetto al passato della diffusione, e lo vediamo anche dai dati. Per fortuna, dal punto di vista di una vaccinazione per i dodicenni, anche l’Inghilterra finalmente ha sdoganato quella che era una scelta, a mio avviso, di eccessiva attenzione nel dare la vaccinazione nei più piccoli: anche loro hanno ben cominciato, e spero che questo possa servire a consolidare una maggiore tranquillità nei genitori che avevano dubbi sentendo questi rumors rispetto a questo tema”. Così a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ospite di Timeline. 

“Ci sono studi già in corso, e dal mio punto di vista spero che ci possa essere una estensione e un abbassamento dell’età proprio per un possibile coinvolgimento dei più giovani, ma rimane l’esigenza dell’uso dei tamponi, che non vedo come soluzione ma come appagamento: salvo quelle situazioni di persone che non possono essere vaccinate, serve un grande utilizzo del tracciamento visto a campione, quindi con una strategia per individuare focolai e per riuscire a tamponare la diffusione, perché quanto prima lo si fa e tanto più l’intervento preventivo o di contenimento diventa più chirurgico, sartoriale”.

Sezione: Altre Notizie / Data: Mer 15 settembre 2021 alle 17:00
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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