Una quotidianità che ormai si svolge anche online, tra giochi, chat, video, social network, persino a notte fonda. Per i ragazzi italiani la vita si svolge per buona parte in rete, come per molti adulti.

È necessaria un’educazione digitale per educare i giovani, ma anche per gli adulti, perché - come si dice – non sia mai troppo tardi. Essere connessi, una costante della nostra vita? Per i ragazzi un problema che si riflette anche nel deficit di relazioni sociali, con corollario che si traduce tra disturbi alimentari, del sonno e dell’umore. Temi importanti, di cui si discuterà domani a Mestre, in occasione della Quinta Giornata Nazionale promossa dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo). Un Leitmotiv ad hoc, come “Non è solo un gioco”, con un particolare focus su quello online. Verranno presentati i dati dell’ultimo sondaggio condotto dalla Di.Te. in collaborazione con il portale Skuola.net sul “Gaming”.

 L’indagine che ha coinvolto 1.271 ragazzi - di età compresa tra i 10 e i 25 anni - di cui il 61,6% maschi e il 38,4% femmine. Dai dati emerge che circa il 36% del campione gioca tra un’ora e tre ore al giorno, circa il 16% passa davanti allo schermo tra le 3 e le 5 ore, quasi il 7% vi trascorre tra le 5 e le 8 ore e un altro 7% ci passa più di 8 ore. Tra questi ultimi, in prevalenza troviamo ragazzi tra i 22 e i 25 anni.«I videogiochi sono anche un modo per sperimentare parti di sé», premette Giuseppe Lavenia, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. Ma, aggiunge l’esperto, «che il 7% del campione ci passi più di 8 ore è un dato che deve farci riflettere. I giovani adulti hanno smesso di immaginare un futuro, già da tempo, come è emerso da altre nostre ricerche, e che impieghino tutte quelle ore attaccati a un videogioco può anche voler dire che cerchino di autoisolarsi per non vivere appieno la socialità, preferendo quella mediata dal videogame, attraverso cui possono anche costruirsi un’immagine più simile a quella che vorrebbero avere». «A differenza di quanto pensi la maggioranza, la passione per il videogioco non è solo maschile, anzi», sottolinea Daniele Grassucci, co-founder di Skuola.net. Che aggiunge: «I cortili dei condomini si svuotano e si riempiono invece i server per il gioco online: per 1 giovane su 4 è consuetudine darsi appuntamento con la propria comitiva di gaming per giocare insieme. Ma si sta affermando anche un nuovo passatempo: quasi 1 giovane su 3 passa più di 6 ore a settimana a guardare gli altri, quelli bravi, giocare». Un’educazione digitale può essere utile, perché in grado di unire le generazioni, specie tra genitori e figli, come nel periodo adolescenziale, spesso complesso, ricco di pensieri ed emozioni nuove da gestire, poiché un genitore sarà in grado di partecipare meglio alle possibili scelte virtuali.

Sezione: Altre Notizie / Data: Ven 26 novembre 2021 alle 18:22 / Fonte: di Alessandra Broglia
Autore: Redazione PN
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