La flessione dei morti “dipende da due fattori: la velocità con la quale si fanno le vaccinazioni e si raggiunge un numero di vaccinati che ha un impatto sull’Rt, perché anche i vaccinati hanno un impatto sull’Rt, perché sottraggono persone suscettibili. Poi dipende da tutte le misure che metteremo in atto per impedire che varianti resistenti al vaccino entrino in Italia, e su questo fronte non si è fatto nulla, sia a livello nazionale che europeo”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova.

Il numero dei morti, ha proseguito Crisanti, “non cala perché le misure che abbiamo preso finora non sono state sufficienti. Se si vedono i dati di mobilità recentemente pubblicati da Google, si vede che l’Italia ha una mobilità interna che è tre volte quella della Germania e due volte quella della Francia. È evidente che, siccome il virus cammina con le nostre gambe, più ci muoviamo, più incontriamo persone, più abbiamo possibilità di trasmetterlo, è una questione probabilistica, solo diminuendo la probabilità si abbatte l’Rt”.

“Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti  con trasmissibilità elevata. La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino. Le misure annunciate dal ministro Speranza, di bloccare i voli dall’India, sono corrette, ma dovrebbero essere affiancate da misure che prevengono la triangolazione e poi bisogna creare l’infrastruttura, creare una quarantena vigilata per chi viene da questi posti, Non si può lasciare all’iniziativa dei singoli un problema di sanità pubblica così rilevante”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova

“In questo momento non sappiamo qual è il repertorio delle varianti in Italia, facciamo un test parziale, una volta ogni 15-20 giorni, su un campione molto limitato e su pezzi del virus estremamente limitati, va cambiata la strategia”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova.

“La nostra capacità di monitorare le varianti – ha spiegato - ha una sensibilità bassissima, il fatto che siano stati identificati già due casi di variante indiana è un campanello d’allarme importante, perché significa che probabilmente ce ne sono molti, molti di più. Se facessimo decine di migliaia di sequenze e trovassimo due casi potremmo dire che sono casi isolati, se ne analizziamo poche centinaia e ne troviamo due cambia completamente”.

“Ho sempre detto che queste riaperture erano intempestive, bisognava aspettare ancora un po’, per creare una capacità di risposta del sistema sanitario nazionale, perché siamo a un livello in cui la saturazione si può facilmente raggiungere. Poi non abbiamo creato l’infrastruttura per controllare le varianti. Con un ulteriore mese avremmo potuto far diminuire i casi, far diminuire la pressione sul sistema sanitario e creare un sistema di monitoraggio delle varianti, allora avremmo aperto con più sicurezza.  Ora sarà una corsa disperata a vaccinare quante più persone possibile e sperare che nel frattempo non veniamo attaccati da varianti, non penso che sia un approccio corretto, è un compromesso che va incontro alle giuste esigenze degli operatori. Queste però sono cose che si potevano programmare anche prima”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia all'Università di Padova

Sezione: Altre Notizie / Data: Mar 27 aprile 2021 alle 18:00
Autore: Christian Pravatà / Twitter: @Christianpravat
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